La Genesi secondo la Lingua Ebraica

Dichiariamo qui oggi, che in tutti i libri odierni posti sotto il nome Bibbia ci sono delle “imperfezioni/ semplificazioni verbali” atte a far apprendere e ad ingannare il volgo con ciò che non è semplice.

“Imperfezioni/semplificazioni verbali” che recano gravi danni alla sacra scrittura, per come dovrebbe essere intesa. Dico Sacra Scrittura perché essa è resa sacra, dal Sacrificio di chi la scrisse per non far perdere le tracce di Dio a coloro che fossero venuti dopo, in essere. Scrivo qui Sacrificio dello scrittore, come del lettore, poiché è veramente il tempo impiegato nello scrivere, leggere e interpretare, ciò che ha Sacrificato (Reso Sacro dall’azione) tutto questo.

Oggi qui, in questo primo scritto, tratteremo solamente il primo versetto della Cosmogonia, Genesi, Sepher Yetzira di Mosè. Nel primo capitolo, composto di 31 versetti, Mosè o come piace più a me chiamarlo, il sommo Sacerdote, iniziato ai misteri Egizi, spiega la formazione del Paradiso dell’Eden o Giardino dell’Eden, come preferite, in 6/7 giorni, da parte dell’innominabile “Iowa/Ioha”. Metto 6/7 giorni perché come molti di voi sapranno il settimo giorno, per alcuni si riposò, per altri uscì dalla contemplazione e tutto ebbe inizio.

7 giorni, come 7 chakra di sviluppo interiore dell’essere, se si vuol accostare il Sepher alle discipline contemplative orientali, quali Yoga… ecc ecc…

Non molti sanno che gli scritti di Mosè sono dei veri e propri trattati Magici e che come tali essi vanno intesi per tre sensi;

1 Parlante 2 Significante 3 Occultante.

Il tutto condito da una buona dose di simbolismo. Già! Perché l’ebraico antico era (ed E’) una lingua magnificamente simbolica. Tanto simbolica che le sue lettere furono usate in seguito, anche per conservare la sacra scienza nelle figure Arcane del Tarocco, entro i quali fu allargato il simbolismo ed adattato alle culture occidentali: come se tale scrittura fosse figlia anche dell’arte del disegno.

Parlante: Perché le parole cambiano suono in base a delle punteggiature e quindi mutano anche di significato in base alla pronuncia.

Significante: Perché ogni lettera ebraica possiede insito in sé un proprio significato e quindi interpretarne in pieno il senso, quando sono messe in gruppo e formanti parola, è complicatissimo e molteplice di interpretazione.

Occultante: Perché c’è sempre un qualcosa nell’ebraico che riporta alla coscienza primigenea l’uomo, e fa meditare l’aspetto interiore del se stesso, insito nella parola stessa come se essa fosse verbo vivente in eternità.

Già da qui molti potranno appassionarsi e capire questo meraviglioso, Magico mondo, che venne etichettato come verbo di Dio, o più precisamente: la parola di (IOD HE VAU HE) Jeowa, Iowa, Ioha, Geova. L’innominabile insomma… (dato che nessuno sa come si pronunci realmente questo agglomerato di lettere Ebraiche, che non a caso si ricollega ad uno dei dieci comandamenti Cristiani che dice: Non nominare il nome di Dio invano; Aggiungo: (anche perché potresti non saperlo pronunciare e fare così solo danno a te e ad altri).

Tutto inizia nella Bibbia e e nelle traduzioni odierne con un semplice: In principio, Dio creò i cieli e la terra.

Nel Sepher: Beraeshit bara Aelohim aeth-a.shamaim w’aeth-a-aretz

La parola Beraeshit: (In principio) non può essere tradotta così semplicisticamente. Essa è composta dalle lettere: BETH RESCH ALEPH SHIN IOD TETH

Il termine stesso qui è composto del sostantivo “RAESH” (RESCH ALEPH SHIN) che significa letteralmente: (Il capo, La testa, Il principio agente) inflesso dalla lettera BETH (che per simbologia corporea è rappresentativa della bocca di Dio e dell’Uomo, e quindi del verbo divino) che si pone come articolo mediativo e modificato dalla desinenza designativa (“IT” IOD TETH):

IOD che rappresenta l’occhio umano e l’occhio di Dio onniveggente

TETH che rappresenta il rifugio, la casa, un tetto sotto il quale nascondersi e proteggersi.

Il suo reale senso quindi, in questo contesto sarà: Nel principio, Prima di tutto, In potenza di sé. Quindi qui abbiamo a che fare con una parola composta dal fuoco divino (Cuore, Principio Agente) che attraverso il capo (La testa, Il pensiero) genera in sé e si manifesta attraverso la parola (Il verbo, La bocca, L’aria, Lo spirito vivificatore) in una creata-creazione-creatura materiale, visiva che si mostra all’occhio come un rifugio dell’anima in un luogo di protezione in cui nascondersi alla paura dell’essere nella sua solitudine.

Ora capirete la difficoltà del tradurre la genialità di Mosè e anche l’errore nel voler semplificare tale scrittura che ad ogni lettera e ad ogni parola ci regala un tale sapere interiore.

Quindi complicando tutto, la traduzione giusta sarà:

Prima che il principio venisse in atto Egli creò in se l’ipseità dei cieli e l’ipseità della terra.

Primieramente in principio Egli creò, Aelohim, l’Essere degli esseri, Egli determinò in esistenza potenziale la potenza dei cieli e della terra

Prima di tutto Aelohim creò il pensiero in sé attraverso la concentrazione e il silenzio, contemplando la realizzazione dei cieli e della terra.

Io qui vi do vari esempi di interpretazione, anche se il più appropriato resta (per la lettura Magica):

Prima che il principio venisse in esistenza, l’essere degli esseri, l’essente, meditò in potenza di pensiero; l’amalgama degli elementi dei cieli (ARIA movenza-ACQUA profondità) e l’amalgama degli elementi della terra (FUOCO calore universale-TERRA aridità ricevente)

Ora una volta capito il meccanismo di traduzione, non dico che sia semplice la traduzione “Reale” del Sepher ma sicuramente (a livello occulto) si potranno avere dei barlumi di coscienza-conoscenza illuminante che a me capitano molto spesso. Quel modo di cogliere, come da un albero i frutti, nel momento giusto che l’esoterico/occultista trova nel rileggere le stesse parole a vari stadi evolutivi di coscienza e ne ritrova così ogni volta delle significazioni nuove, come se lo scritto viaggiasse di pari passo alla sua evoluzione; (e qui lo ammetto, per mia personale esperienza!) il Sepher è ancora oggi una scrittura “VIVA”. Una scrittura che vive in coscienza di sé e nel se stesso più profondo dell’uomo.

E’ stata mia cura qui illustrarvi la chiave e/o una delle chiavi di lettura che l’attento lettore “D’intelletto sano”

(come diceva Dante nella sua Commedia:

O voi c’avete l’intelletti sani,

mirate la dottrina che s’asconde

sotto il velame de li versi strani.)

saprà sicuramente cogliere da sé nella luce del suo stesso Aeloha.

Nota: Le parole ebraiche sono scritte in modo da facilitarne la corretta pronuncia. Es. ELOHIM – AELOHIM BERESHIT – BERAESHIT

Francesco Adamaisha Schiavoni


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