I Falchi sono la metafora della libertà
Nessun uccello vola appena nato, ma arriva il momento in cui il richiamo dell’aria è più forte della paura di cadere e allora la vita gli insegna a spiegare le ali.
(Luis Sepúlveda)
L’ Uomo tende ad aspettarsi sempre che siano altri a fare per lui, il più delle volte, quando si rende conto che questo non avviene, si vede costretto a muoversi, trovandosi confuso in quanto non aveva calcolato che sarebbe toccato a lui. Si guarda attorno e tenta di trovare qualcuno o qualcosa che possa aiutarlo, da cui possa capire cosa fare, tende a imitare i suoi simili, perché a differenza degli animali, egli non sa cosa fare istintivamente.
Cosi, partendo dall’imitazione, tende a personalizzarsi, modificando anche se di poco, il suo modo di operare, in base alla sua personalità o adattandolo al suo carattere e esigenze. Però si trova sempre appoggiato alla struttura della società, sia essa familiare o lavorativa, grazie alla quale si crea la zona di confort da dove probabilmente tenderà a non uscirne mai.
Ma …cosa succederebbe se questo appoggio mancasse? Cosa farebbe l’uomo se non avesse stimoli dati dai suoi simili, se nonostante attorno a lui vedesse gente che corre lui non riuscisse, perché, ovviamente, non avendoci mai provato non si fida delle proprie gambe… resterebbe immobile, fermo in un punto apparentemente sicuro nell’ attesa di chissà cosa…
Ecco che, come nel video, a volte serve qualcuno che non vi dia indicazioni precise su cosa fare, o, convinto di farlo per il vostro bene, in modo accomodante vi aiuti a restare immobili, ma è necessario qualcuno che semplicemente distrugga quel punto di illusoria sicurezza, cosi, per non cadere si scopre che oltre ad avere le ali, si possono usare… e liberarsi finalmente dalla paura di precipitare… e iniziare a volare….
“Tutti coloro con cui sei entrato in contatto ti hanno imposto la paura, perché la paura è l’antitesi della libertà. Più hai paura, minore è la possibilità di libertà. Maggiore è la paura, minore è la possibilità di ribellione.
La società, la chiesa, lo stato, vogliono che tutti vivano in una condizione di paura costante: la paura del conosciuto, la paura di ciò che non si conosce, paura della morte, paura dell’inferno, paura di non andare in paradiso, paura di non lasciare il tuo nome nel mondo, paura di non essere nessuno. Tutti dalla tua nascita creano paura intorno a te. Nessun bambino è nato con la paura.
Ogni bambino è nato con la libertà, il dubbio, la ribellione, l’individualità, l’innocenza; tutte grandi qualità. Il bambino però è impotente, dipendente.
Ma quando diventi adulto, puoi vedere – puoi provare a sbucciare la cipolla, strato dopo strato – in che modo sono state create le paure dentro di te, come sei stato ingenuo, come le persone hanno sfruttato la tua innocenza.”
Osho, The Last Testament
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