Ordine Tiep Hien, l’Ordine dell’Interessere
L’Ordine Tiep Hien, formatosi in Vietnam durante la guerra , costituisce la quarantaduesima generazione della scuola Zen di Lin Chi – Rinzai –E’ un Buddhismo impegnato, non rinchiuso nei centri di meditazione, ma operante nella società e nella vita quotidiana.I termini Tiep e Hien sono di origine vietnamita e significano rispettivamente “essere in contatto” e “presente”.
“In contatto”, prima di tutto con noi stessi, per poter andare alla scoperta della sorgente della saggezza, della comprensione e della compassione che è dentro di noi.Meditare significa stare in contatto con se stessi, essere consapevoli di ciò che sorge nella mente e nelle sensazioni, osservare ciò che accade senza etichettarlo.“Presente”, rimanere radicati nel reale, in ciò che accade nel momento presente, perché la Vita accade esattamente in questo momento, senza l’aspettativa di ottenimenti futuri, ne ripensamenti su un passato che non esiste più.
“Tiep Hien”, mantenere un contatto con il Buddha dentro di noi attraverso la pratica della presenza, continuando l’opera dei Buddha e dei Bodhisattva. Di solito i precetti buddhisti iniziano dalle astensioni riguardanti il corpo, qui invece si segue l’ordine inverso, iniziando dalla mente perché il Buddhismo considera la mente come la radice di tutte le cose, qui di seguito i precetti.
I Precetti
“Non adorerò ciecamente e non mi vincolerò a nessuna dottrina, teoria o ideologia, compreso il Buddhismo.
Considero ogni sistema di pensiero una guida lungo la Via, e non ritengo nessuno di essi la Verità assoluta.”
Primo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Il Buddha ha paragonato il suo insegnamento ad una zattera; la zattera è utile per attraversare il fiume ma, non è l’altra sponda.
Ogni percorso è un viaggio personale, privato, intimo, individuale in cui ognuno affronta se stesso, in se stesso, per se stesso.
La zattera è soltanto una zattera se non intrisa dei nostri reali valori;
è reale ciò che è dentro di noi.
” Se incontri il Buddha sulla tua strada…Uccidilo.”
“Non penserò che la conoscenza che attualmente possiedo sia la verità assoluta e immutabile. Eviterò di avere una mente ristretta, legata alle mie opinioni attuali.
Praticherò il non-attaccamento alle opinioni per rimanere aperto al punto di vista degli altri. La verità si trova nella vita, non nelle nozioni intellettuali.
Mi manterrò sempre disponibile a imparare dalla vita, osservando costantemente la realtà in me stesso e nel mondo.”
Secondo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Se ci aggrappiamo ai nostri concetti, quand’anche la verità bussasse alla nostra porta non apriremo.
Uno scienziato dalla mente aperta ha più possibilità di scoprire una verità più alta.
La comprensione opera trascendendo le nozioni e le opinioni.
Liberi dai condizionamenti avremo l’opportunità di vedere, ascoltare e sentire ciò che c’è, praticando l’attenzione al momento presente potremmo addirittura rimanere
sorpresi, dietro quel fiore cresciuto sul ciglio della strada potremmo ritrovare frammenti di noi stessi.
“Non costringerò con alcun mezzo altre persone, compresi i bambini, ad adottare le mie opinioni, né con l’autorità, né con la minaccia, il denaro,
la propaganda e nemmeno con l’educazione.
Invece, attraverso il dialogo compassionevole,
aiuterò gli altri ad abbandonare il fanatismo e la chiusura mentale”.
Terzo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Non-Interferenza: ovvero permettere ad ogni essere umano di essere libero di scegliere di sé stesso e per se stesso. Libero di scegliere le sue strade.
Libero di camminare ovunque desidera, per tutto il tempo che desidera. Libero di esercitare il suo diritto alla auto-determinazione, perché questo diritto è naturale, e appartiene ad ogni essere vivente. Questo diritto è sacro, come è sacra la strada.
Se l’infinito mi ha permesso di passeggiare nella valle della mia esperienza, chi sono io per impedire il viaggio dei miei compagni essere umani?
Chi sono io per interferire con questo santo percorso?
“Non eviterò il contatto con la sofferenza, non chiuderò gli occhi davanti al dolore. Non perderò mai la consapevolezza che la sofferenza è ovunque presente nel mondo.
Cercherò di stare vicino a tutti quelli che soffrono, con ogni mezzo: contatti personali, visite, immagini, suoni.
Così risveglierò in me stesso e gli altri alla realtà della sofferenza del mondo.”
Quarto dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Il contatto con la sofferenza è inevitabile, prendere consapevolezza e trascenderla.
Senza confrontarci con il dolore, la malattia, non saremo motivati a ricavarne le cause e trovare rimedi, la via che conduce al di la di questa condizione.
La crisi spinge all’evoluzione, non nell’analisi, ma nell’esperienza; crisi come combustione, il fuoco brucerà ciò che deve essere bruciato,
ciò che deve resistere persisterà come consapevolezza immortale.
“Non accumulerò ricchezze mentre milioni di uomini soffrono la fame. Non porrò come scopo della mia Vita la fama, il profitto, le ricchezze o il piacere dei sensi.
Vivrò in modo semplice, condividendo tempo, energie e risorse materiali con quelli che ne hanno bisogno.”
Quinto dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
La mente umana va sempre alla ricerca di possessi e non si sente mai paga.
L’esaltazione della semplicità non è demonizzazione del benessere; vivere una vita semplice non vuol dire vivere una vita in povertà ma conoscere e
rispettare l’equilibrio dell’esistenza e sperimentare che ogni cosa che esiste è di passaggio.
Gioiosa semplicità da condividere con il prossimo…
La persona che realizza nel suo cuore che la reale ricchezza sta nelle cose che non hanno un prezzo non avrà bisogno di possedere alcunché, gli affetti sinceri,
le emozioni provate durante tutta una Vita, porgere la mano a chi non te la chiede, sentirsi parte di un disegno Divino più ampio…Sono consapevolezze che
non possono essere ne comprate ne vendute.
“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
“Non alimenterò, rabbia e odio. Non appena rabbia e odio insorgeranno, praticherò la meditazione sulla compassione allo scopo di comprendere la persona che li ha causati.
Mi eserciterò a guardare gli altri esseri con gli occhi della compassione.
Sesto dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Dobbiamo diventare consapevoli dei moti di rabbia e irritazione al loro primo insorgere.
Rimanere presenti in ogni momento aiuta a comprendere la vera natura della rabbia;
le emozioni sono comuni a tutti gli esseri umani e, proprio per questo, guardare con gli occhi della compassione significa essere compassionevoli verso se stessi.
La tua rabbia del presente è stata la mia rabbia nel passato
” Occhi compassionevoli guardano esseri viventi”
– Sutra del Loto –
“Non Mi disperderò nella distrazione e nei molteplici stimoli esterni. Praticherò la respirazione allo scopo di ricomporre corpo e mente, di sviluppare la consapevolezza,
la concentrazione e la comprensione.”
Settimo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Apparentemente una rinuncia, in realtà questo è il Cuore dei quattordici precetti, l’essenza di ogni pratica; quella componente senza la quale la Vita stessa è vuota,
senza significato. La Presenza.
Ogni cosa, persino la pratica più sacra è niente senza la Presenza di chi la compie, così come il più banale dei gesti diventa Arte e Sacralità se pieno di Noi.
L’anima dell’Agire che non è “attività” sconsiderata, vuota e priva di senso. Non si esalta una Vita rigida e vuota di emozioni, ma, al contrario,
una piena coscienza di ciò che accade nel momento presente, perché,solo ricomponendo mente e corpo, si possono davvero apprezzare i frutti che la Natura offre,
solo comprendendo una cosa, ne possiamo davvero Godere fino in fondo;
in Consapevolezza l’esistenza diventa Vita.
“Non pronuncerò parole che possano creare discordia e causare fratture nella comunità.
Farò tutto il possibile per riconciliare e risolvere i conflitti, anche il più piccolo.”
Ottavo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Riconciliazione significa impegnarsi per la Pace.
Per favorire la conciliazione delle parti in conflitto, dobbiamo essere in contatto con entrambe.
Per risolvere i conflitti dobbiamo trascendere la nostra stessa conflittualità; solo un atteggiamento non-dualistico può ascoltare e comprendere entrambe le parti.
Il Mondo ha bisogno di persone che lavorino alla riconciliazione.
“La guerra è il capolavoro del non-parlare” sosteneva un noto giornalista e in queste poche righe apparentemente semplici si nasconde la chiave Reale di un mondo migliore.
La Pace non si raggiunge con grandi movimenti di protesta ma con la gentilezza nel quotidiano, risolvere i più piccoli conflitti con comprensione ed empatia è
l’Unico modo per contribuire nella sostanza ad un cambiamento che è necessario.
Questo è il momento in cui, qualsiasi sia il suo ruolo, un Uomo deve fare quel che è giusto, non quel che gli conviene.
“Non dirò parole non veritiere per interesse personale o per impressionare gli altri. Non pronuncerò parole che causino divisione e odio.
Non diffonderò notizie di cui non ho io stesso certezza. Non criticherò e non condannerò ciò di cui non sono sicuro. Parlerò sempre in modo veritiero e costruttivo.
Avrò il coraggio di pronunciarmi apertamente in tutti i casi di ingiustizia, anche quando ciò possa minacciare la mia sicurezza personale.”
Nono dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
E’ necessario applicare la consapevolezza alle parole e all’effetto che producono su di noi e gli altri.
Che potere ha la mia parola se non scaturisce dalla verità del mio essere?
L’unica testimonianza reale, reale, è incarnare con tutto il mio essere ciò che la mia bocca sta pronunciando; non per sentito dire, non perché qualcun’altro l’ha detto
ma perché è passato dai sacri cancelli della mia esperienza, è ciò rende reale ogni astrazione di favola. Quando la mia parola scaturisce dalla mia verità,
essa acquista profondità, empatia, comprensione, compassione, perché è stata forgiata dal mio stesso cammino.
Chiarezza, integrazione, significato, mi permetteranno di essere Uno con ciò che esprimo e, in Libertà totale, avrò sempre il coraggio di dire perché in sé,
racchiude il coraggio di essere.
Le parole viaggiano attraverso miglia e chilometri.
Servono a costruire la comprensione e l’amore.
Se ogni parola è una gemma, che magnifico Arazzo
“Non userò la comunità a mio vantaggio o profitto, e non cercherò di trasformarla in un partito politico.
In quanto membro di una comunità religiosa, prenderò comunque una ferma posizione contro l’oppressione e l’ingiustizia,
e mi sforzerò di cambiare la situazione senza cadere in conflitti di parte.”
Decimo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
“Se volete dare un messaggio, deve essere un messaggio d’amore, deve essere un messaggio di verità.
Io voglio catturare i vostri cuori, lasciate che i vostri cuori battano all’unisono con quello che sto dicendo.
Ieri un amico mi ha chiesto se credo in un mondo unito…
Come potrei diversamente?
Certo che credo in un mondo unito.”
Prendo in prestito queste parole da un famoso discorso tenuto dal Mahatma Gandhi in riferimento ad una visione di un Mondo Unito.
Una visione in cui oppressione e ingiustizia vengano combattute con la tolleranza e la gentilezza.
Questo naturalmente non significa che dobbiamo tacere di fronte alle ingiustizie, ma che è necessario agire in consapevolezza senza mai diventare faziosi;
è possibile esprimere la propria Verità senza doverla imporre. Una rivoluzione silenziosa in cui è possibile diventare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo,
al di là della politica, al di là della filosofia, al di là della religione, sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, emettendo silenziosamente nel mondo
l’ideale di unità che non ha confini.
“Non eserciterò una professione dannosa agli uomini o alla natura. Non investirò denaro in attività economiche che privano gli altri delle risorse vitali.
Sceglierò un lavoro in armonia con la realizzazione del mio ideale di compassione.”
Undicesimo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Questo precetto è molto difficile da osservare.
Stimola a cercare un modo di vivere che sia collettivamente corretto, non solo personale.
Da oggi potrei avere una novità per me; una novità molto importante. Io non sono nato solo perché si è liberato un posto vuoto in un alveare impazzito, né per fantasia di sorte,
ascosa o benefica che io voglia vederla. La Vita è sacra in ogni angolo del nostro Universo;
non importa se essa si manifesta in un albero, in un insetto, in un uccello, in un gatto, in un piccolo stelo verde o in un essere umano.
Non importano né dimensione né forma. Riconoscere la sacralità di ciò che esiste e scegliere una Vita conforme a questa consapevolezza vuol dire riconoscere che ogni cosa
è connessa. Ogni cosa, ogni gesto, riguarda tutti. Non esistono stanze chiuse dove posso gettare sozzure per poi chiudere la porta e fare finta di niente.
Ogni cosa coinvolge ogni altro essere umano; e questa è una Legge.
“Non ucciderò e non permetterò ad altri di uccidere. Mi adopererò con tutti i mezzi per proteggere la vita e prevenire la guerra.”
Dodicesimo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Io non uccido la Vita con la mano che dorme.
Non uccido la Vita se posso scegliere di non farlo, e questo è ciò che scelgo, perché la Vita è sacra. Che cosa ne deriva?
Prima di tutto che non uccido come un automa ogni animale che attraversa il mio sguardo, perché quell’animale è Vita. Se non è necessario uccidere, mi asterrò.
E’ possibile vivere una Vita consacrata?
Consacrare, essere consapevoli che ogni aspetto della vita può e deve diventare Sacro, in virtù di una intelligenza che tutto penetra. E’ possibile vivere in questo modo?
Sì, la mia risposta, sì, la risposta di esseri umani stellari che hanno inciso con l’azione questa Verità sul libro della Vita.
Voglio camminare sulle orme dei giganti o sulle
croste degli idioti?
La pace non è utopia, né una protesta da corteo!
La Pace può essere coltivata, condivisa e sperimentata. Silenziosamente emanata; perché la Vita non è scontata regalia…
“Non mi approprierò di quello che di diritto appartiene ad altri. Rispetterò la proprietà altrui, ma mi batterò perché nessuno si arricchisca provocando sofferenza agli uomini
e agli esseri viventi.”
Tredicesimo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Il tredicesimo precetto ci rende consapevoli del dolore causato dall’ingiustizia sociale e ci stimola a lavorare per una società più umana.
Fare in modo che nessuno si arricchisca speculando sulla sofferenza degli uomini e degli esseri viventi potrebbe e dovrebbe diventare regola silente del quieto vivere di tutto ciò
che esiste, perché ogni cosa che esiste ha lo stesso mio diritto di essere. Tutelare e preservare questo potrebbe diventare urgenza di sopravvivenza dato la situazione attuale.
Ognuno di noi può offrirsi volontario per guidare la scialuppe di salvataggio…
“Non maltratterò il mio corpo ma lo tratterò con rispetto, senza considerarlo un semplice strumento.
Conserverò le energie vitali, [ del sesso, del respiro, e dello spirito ] per la realizzazione della Via. Mi asterrò dalla sessualità disgiunta da amore e impegno reciproco.
Considererò i rapporti sessuali in relazione alla sofferenza che potrebbe provocare. Rispetterò la libertà e gli impegni assunti dagli altri, per preservarne la felicità;
sarò pienamente consapevole della responsabilità di mettere al mondo nuove vite, e mediterò sul mondo in cui far nascere nuovi esseri.”
Ultimo dei quattordici precetti dell’Ordine Tiep Hien.
Inter-Essere Zen di Lin Chi ( Rinzai )
Lascio l’interpretazione di quest’ultimo precetto a chi leggerà quest’analisi…
Chiudo questo articolo con una riflessione che non ha confini religiosi ne comportamentali, ma riguarda ciò che ognuno ha nel proprio intimo;
tutti gli essere umani, senza alcuna eccezione sono in cammino verso qualcosa, ma non tutti condividono la stessa direzione. In Verità, la stragrande maggioranza degli esseri
umani di questo pianeta meraviglioso vive una Vita ben al di sotto delle immense potenzialità che potrebbe sprigionare e liberare; un’esistenza immersa in una strana tristezza
e in uno strano disagio di oblio, in cui i giorni passano senza un perché e senza uno scopo sublime all’orizzonte, senza porsi troppe domande a sè stessi e senza chiedere
troppo a se stessi…
“Monaci, quali che siano i grandi fiumi, il Gange, Aciravati, Sarabhu e Mahi, tutti costoro allorchè raggiungono il Grande Oceano, abbandonano gli antichi nomi,
le famiglie, ma procedono avanti col solo nome di Grande Oceano. – Tratto dai “Canti dei Monaci” – Teragatha.
I precetti sono stati presi dal libro “Essere Pace” di Tich Nhat Hanh
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