La Svastica ha una storia che risale a un periodo antecedente il Nazismo. Poi riutilizzata da quest’ultimo come simbolo della propria ideologia.
La Svastica
È uno dei simboli più terrificanti ed evocanti il male che ci siano mai stati: la svastica non può che essere ricollegata al nazismo, e alla indecifrabile dose di tragedia che si porta appresso. Eppure è un vero peccato, oltre che una profonda ingenerosità storica, giacché la svastica prima di essere corrotta dalla follia nazista era un simbolo di universalità, di origine e ordine cosmico, persino di bene e di pace. Oggi, invece, la affianchiamo esclusivamente all’olocausto, al razzismo e alla guerra. Tutta colpa di un monaco austriaco di fine Ottocento.
Le origini della svastica
Il simbolo in questione, la celebre croce a bracci uncinati, affonda le proprie radici nei secoli passati, ben prima della venuta del nazismo, e faceva parte di numerose e diversissime culture.
Già nella Grecia preellenica, ad esempio, veniva utilizzato per raffigurare il concetto di moto perpetuo; anche in Italia la svastica esisteva già nell’antichità, come dimostrano alcune raffigurazioni presenti su ceramiche etrusche, in numerose ville della Roma reale e persino nella Valle dei Templi di Agrigento. Naturalmente, poi, vista la forma a croce, fu un simbolo molto utilizzato anche dal cristianesimo: tutt’oggi, per esempio, è raffigurata sulla basilica di Sant’Ambrogio a Milano e nei mosaici bizantini della chiesa di San Vitale, a Ravenna.
Fioccano, inoltre, testimonianze medievali che ne certificano ulteriormente l’utilizzo nei luoghi di culto cristiani. E ancora: nel Nord ed Est Europa, dove vigeva il culto celtico delle divinità Odino e Thor, la svastica rappresentava la luce solare, salvezza dalle tenebre portate dal male, e veniva infatti utilizzata nei riti apotropaici.
Ne esistono testimonianze in Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Ucraina. Spostandoci ad Oriente, la svastica era diffusissima negli ambienti induisti, dove simboleggiava Vishnu, figura divina protettrice del mondo, e in quelli buddhisti, dove era un ideogramma rappresentante la coscienza della ciclicità di tutte le cose. Croce cristiana, luce, protezione del mondo: la svastica insomma, fino ad un secolo fa, era simbolo dei concetti più benigni.
Adolf Lanz
Ma ad un certo punto vennero il 1895 e Adolf Lanz, un giovane monaco cistercense appassionato di occultismo, esoterismo e neopaganesimo. Mentre era studente di teologia presso l’università di Linz, venne espulso dall’ateneo per queste sue passioni considerate poco consone alla vita cristiana consacrata. Decise dunque di partire per l’India per approfondire i suoi studi e le sue conoscenze dell’esoterismo.
Mentre si trovava a Calcutta, venne in possesso per caso di un anello che recava incisa una forma che lo affascinò parecchio: quella della svastica, presente, come detto, nella cultura induista già da parecchi secoli. Una volta tornato in Austria, Lanz decise di fondare una setta, denominata Oshtara, che ebbe come simbolo proprio la svastica.
Oshtara si fondava su teorie che mischiavano l’esoterismo orientalista, l’arianesimo e l’antisemitismo radicale: fu proprio Lanz il primo a sostenere che gli ebrei andassero annientati sotto il simbolo liberatorio della svastica. Nel giro di pochi anni, dunque, essa divenne un simbolo piuttosto conosciuto in Austria e Germania, ma non più per il suo significato originario, ma per gli ideali razzisti e ariani che aveva cominciato a rappresentare.
Ideali, se così possono essere chiamati, che ovviamente esercitarono un grandissimo fascino sull’allora giovane Adolf Hitler, che una volta preso il potere all’interno del partito nazionalsocialista decise di fare della svastica il simbolo della nuova corrente nazista, ponendola su un sfondo rosso ad indicare il predominio sul comunismo, l’altra grande ideologia politica dell’Europa del tempo. Ecco come ciò che dovrebbe simboleggiare concetti di assoluta benevolenza e protezione è oggi visto come effige di quanto di più tragico e rivoltante sia capitato nella storia recente.
Fonte: www.bergamopost.it/che-succede/prima-che-simbolo-del-nazismo-la-svastica-significava-tuttaltro/
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