Don Juan disse che era tempo di approfondire l’analisi della spietatezza – la base fondamentale più importante nella stregoneria.
Mi spiegò che gli sciamani avevano scoperto che ogni movimento del punto d’unione corrispondeva un moto di distacco dall’eccessivo interesse per quel sè individuale che era il marchio dell’uomo moderno.
Proseguì dicendo che gli stregoni credevano che fosse la posizione del punto d’unione a fare dell’uomo moderno un egoista omicida, un essere totalmente assorbito dalla narcisistica immagine di sè. Perduta la speranza di poter mai tornare alla fonte di ogni cosa, l’uomo cercava consolazione nel suo solipsismo. E, facendo questo, riusciva a fissare il suo punto di unione nella posizione giusta per perpetuare l’immagine di sè.
Si poteva perciò affermare con sicurezza che ogni spostamento del punto d’unione dalla sua posizione abituale corrispondeva a uno spostamento del riflesso di sè dell’uomo e dalla concomitate presunzione. Don Juan descrisse la presunzione come la forza generatrice dell’immagine di sè dell’uomo. Ripetè più volte che è quella forza a tenere fisso il punto d’unione nella posizione attuale. Per questo motivo l’ambizione unica di chi si comporta da guerriero è detronizzare la presunzione.
E ogni azione degli sciamani è tesa a conseguire questo scopo. Mi spiegò che gli stregoni avevano strappato la maschera alla presunzione scoprendo che in realtà si trattava di autocommiserazione vestita con panni altrui.”Non sembra possibile ma è proprio così” affermò.
“L’autocommiserazione è la vera nemica, la fonte di tutte le sventure dell’uomo. Senza una certa pietà per se stesso, l’uomo non potrebbe permettersi di essere presuntuoso com’è.” […]Egli proseguì nella sua spiegazione, dicendo che gli stregoni sono assolutamente convinti che spostando il nostro punto d’unione dalla posizione attuale raggiungiamo una condizione che potrebbe definirsi di spietatezza.
Gli stregoni sapevano, tramite le loro pratiche, che non appena si sposta il punto d’unione, crolla la presunzione. Senza la posizione abituale dei punti d’unione, l’immagine di sè non può essere sostenuta. E senza la pesante enfasi su quell’immagine di sè, si perde l’autocommiserazione e con essa la presunzione. Hanno quindi ragione gli stregoni a dire che la presunzione non è che autocommiserazione travestita.
(Carlos Castaneda – Il potere del silenzio)
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