“Molti sono alla ricerca del piano per salvare il mondo. Tuttavia nessun profeta, nessun maestro, è mai arrivato proclamando questa intenzione.
Infatti, nessuno può farlo, per il semplice motivo che il mondo non è permanente e neppure ci appartiene. Dire di voler salvare il mondo significa aver perso l’orientamento.
Non riusciamo a far cambiare chi ci sta accanto, come potremmo mai riuscire a cambiare l’intero mondo? La prima vera azione da fare per salvare l’umanità è concentrarsi per salvare innanzitutto se stessi, purificando i propri pensieri e le proprie azioni.
Questa è l’azione politica più potente che si possa attuare. E ha un prezzo: un duro lavoro”.
(Burhanuddin Herrmann)
Riflessioni
A che tipo di lavoro allude Burhanuddin Herrmann? Al lavoro su di sé. E cos’è il lavoro su di sé? Il lavoro su di sé non è un posto, non è una cosa che si può toccare o maneggiare.
Il lavoro su di sé sta nel cuore e nel coraggio e nella propria comprensione di noi stessi, e dovunque un uomo vada, il lavoro su di sé va sempre con lui, se mantiene la giusta attitudine nei suoi riguardi.
Solo i propri sforzi mantengono un uomo al Lavoro. Solo se si ha il desiderio di recepirlo, il Lavoro può toccare un uomo: allora comincia lentamente a riempirlo. Per cui il lavoro su di sé non è nello spazio né nel tempo.
È qualcosa che non capiamo, che non è né spazio, né tempo, né posto, né momento, per questo s’inventò una parola che significa: molto tempo, una parola che fu sempre compresa male, chiamata eternità.
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1 Commento
Anche io avevo questo progetto…tuttavia un buon intento solare, porterà sempre buoni frutti e salva di me, qualcosa di buono sara