Il Dalai Lama afferma che: “il mito secolare delle Reincarnazioni … è basato su un retaggio feudale dominato da “reincarnati” – o tulku – che non sono sempre all’altezza, e di alcuni dei quali si «vergogna».”
Le Affermazioni
Il 25 ottobre il Dalai Lama ha parlato per due ore con gli studenti nella sede del Government College di Dharamsala in India e tanto ci ha messo a definire il mito secolare delle Reincarnazioni affermando che l’intero sistema tibetano è basato su un retaggio feudale dominato da “reincarnati” – o tulku – che non sono sempre all’altezza, e di alcuni dei quali si «vergogna».
Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama già tre anni fa durante un’intervista al New York Times aveva dichiarato: «Tutte le istituzioni religiose, tra cui il Dalai Lama, si sono sviluppate in circostanze feudali, corrotte da sistemi gerarchici, e hanno cominciato a discriminare tra uomini e donne; sono giunti a compromessi culturali con leggi simili alla Sharia e al sistema delle caste. Pertanto (con me), l’istituzione del Dalai Lama, con orgoglio, volontariamente, si è conclusa».
Il Governo Cinese
Probabilmente queste dichiarazioni hanno molto a che fare con il fatto che il governo cinese ha affermato che avrebbe scelto il prossimo Dalai Lama.
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Il capo spirituale tibetano ha ribadito un concetto già espresso nel suo pre-testamento del 2011 al compimento dei 76esimo anno di età: «Man mano che l’era degenerata progredisce» ha scritto «…sempre più reincarnazioni di alti lama vengono riconosciute, alcuni per motivi politici e con mezzi inappropriati e discutibili, come la legge del governo per ‘certificare i Buddha viventi’»
Un’era degenerata
E agli studenti ha ribadito: «Le istituzioni devono essere di proprietà della gente, non di un individuo, come la mia stessa istituzione, l’ufficio del Dalai Lama dovrebbe finire, o almeno cambiare con i tempi che cambiano».
Nel pre-testamento scrive anche: «All’età di circa novant’anni consulterò gli alti lama delle tradizioni buddiste tibetane, la nostra gente e altre persone che seguono il buddismo tibetano e rivaluterò se l’istituzione del Dalai Lama debba continuare o meno».
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