Halloween non significa solo appendere una zucca-lanterna fuori dalla porta. Dietro a questa festività si nascondono affascinanti ricordi, ormai dimenticati, provenienti da un’epoca in cui l’essere umano doveva trovare un accordo con le forze della natura. Sia quelle visibili che quelle invisibili.

Tutti conoscono Halloween, ma quanti sanno quali siano le sue vere origini? La maggior parte degli italiani pensa che sia “un’americanata”, una sorta di carnevale macabro nato negli USA per chissà quale arcano motivo. La realtà è però ben diversa e molto più vicina a noi di quanto si possa immaginare.

La deriva consumistica non ha risparmiato certo la festa di Halloween, che appunto oggi è spesso usata come scusa per organizzare party, mascherarsi e comprare gadget a tema. Questa tendenza a focalizzarsi sull’aspetto materialistico e mondano della Notte dei Morti ci ha fatto dimenticare quasi del tutto la sua duplice radice, pagana e cristiana, della quale è invece interessante conoscere i significati reconditi.

Facciamo un passo indietro.

Halloween deriva dalla frase All Hallows Eve, che significa “Notte di tutti gli spiriti sacri”, dove per spiriti sacri s’intendeva i defunti, e più in generale gli spiriti ultraterreni che popolavano le leggende, non i santi cattolici come spesso sentiamo dire. Pur trattandosi di un termine tardo nato in epoca cristiana, esso faceva riferimento alla notte in cui anticamente i Celti celebravano i propri antenati, ovvero normali persone defunte e passate, per così dire, “al di là” della vita terrena.

La comunione con l’idea cristiana arrivò molto lentamente, fino a prenderne il posto che occupa oggi, ma per molto tempo Halloween è stata – e in molti luoghi ancora è – la festa cristiana del mondo anglosassone.

Halloween, Le Affascinanti Origini Della Festa Più Popolare Dell'Anno
Foto dei primi del ‘900: bambini travestiti da fantasmi (Sardegna)

Halloween, come ormai tutti dovrebbero sapere, proviene dall’antica festa irlandese chiamata Samhain, da sam fuin, ovvero “fine dell’estate”, una ricorrenza stagionale che segnava l’arrivo dell’inverno e la transumanza del bestiame. Samhain segnava, dunque, il capodanno celtico e l’arrivo dell’inverno, ovvero della stagione morta, che, per associazione di idee, si trasformò in un momento in cui ricordare i propri cari passati a miglior vita.

I rituali delle lanterne vegetali, in cui si bruciava via l’oscurità della stagione fredda e si entrava nella luce dei raccolti, erano tipici del Samhain. L’inverno, che con la sua oscurità rappresenta gli inferi e le sue creature, deve essere combattuto simbolicamente per una notte, tenendo accesi i fuochi. Nella stessa notte i sumeri celebravano l’incontro della dea della vita con quella della morte.

Tra gli antichi Romani diverse feste disseminate durante l’anno erano dedicate alla commemorazione funebre, ma naturalmente in autunno si concentravano per numero e per concetto spirituale. Il 5 e il 6 ottobre si celebrava il Mundus Patet e il Dies Ater. La prima contemplava l’apertura di una fossa nella terra, che metteva in comunicazione con il mondo dei morti. La seconda era semplicemente un giorno dedicato ai Manes, le anime dei defunti, che in alcuni casi venivano identificati con le divinità dell’Oltretomba.

Alla fine di ottobre, più precisamente il 29, si onorava Vertumno, dio del mutamento stagionale, associato alla maturazione dei frutti autunnali in virtù del suo legame ierogamico con Pomona, dea dei frutti, celebrata tra settembre e ottobre in occasione del raccolto degli ulivi. Ed è quest’ultimo evento che andò a fondersi con il Samhain celtico, nel corso dei secoli gli scambi commerciali e culturali con i Celti favorirono la fusione di queste festività.

Halloween, Le Affascinanti Origini Della Festa Più Popolare Dell'Anno

Le tradizioni funebri, come tutte le tradizioni pagane antiche, non persero mai fascino sulla popolazione, che anno dopo anno le onorava con la stessa devozione di sempre. La Chiesa, che aveva tollerato per secoli queste manifestazioni, a un certo punto decise di prendere provvedimenti. Nell’anno 738 d.C. Papa Gregorio III fece appositamente spostare la festa dei Santi dal 13 maggio al primo novembre, per sovrapporla a quella pagana.

Tuttavia i rituali, i travestimenti, i falò, i lumini e le offerte di cibo continuarono per molto tempo, poiché la popolazione era legata ad essi da secoli, e non aveva alcuna intenzione di rinunciarvi. Fu così che nel X secolo la Chiesa aggiunse anche la Festa dei Morti al 2 novembre: una festa dedicata ai morti terreni, che in qualche modo andava a giustificare e tollerare gli antichi rituali pagani ancora in auge.

Queste tradizioni migrarono coi padri fondatori nel nuovo continente, dove le zucche si prestarono come materiale assai migliore delle rape per essere incise e per ospitate la fiamma che, rimpiazzando il falò, avrebbe tenuto lontano gli spiriti maligni.

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Così arriviamo ai primi decenni del ‘900, quando in molte parti d’Italia i festeggiamenti a cavallo tra il 31 ottobre e il 2 novembre ricalcavano ancora fedelmente gli antichi usi pagani: zucche intagliate, bambini travestiti, che andavano a chiedere i dolcetti porta a porta, le anime dei morti che portavano doni ai più piccini, e via dicendo. Insomma, non era cambiato nulla. Solo una cosa era cambiata: il nome.

A causa della frammentarietà che da sempre caratterizza l’Italia, ogni regione chiamava Halloween in maniera diversa. Ancora oggi troviamo Is Animeddas e Su Mortu Mortu in Sardegna e la Notte delle Lumere, le zucche con il lumino, in Sicilia e in Lombardia.

Anche la comunione con i defunti attraverso l’offerta di cibo non è cambiata. Così abbiamo le Ossa dei Morti e il Pane dei Morti in Umbria, Marche, Lombardia e Veneto; in Piemonte si aggiunge un posto a tavola per gli spiriti; in Liguria i bimbi ricevono un dolcetto chiamato il Ben dei Morti; in alcuni paesini della Calabria si imbandisce un piccolo banchetto accanto alle tombe dei defunti, proprio come facevano gli Etruschi.

A Manfredonia qualcuno ancora appende al muro la cosiddetta “Calza dei Morti” che nella notte tra l’1 e il 2 novembre viene riempita di dolci per i più piccoli.

In tutte le regioni era presente una tradizione pagana locale, ma alcune sono andate irrimediabilmente perdute. Se con i film degli anni ’80 la nostra ingenuità ci ha portato a pensare che Halloween fosse una festa tutta americana, oggi sappiamo bene che le cose stanno diversamente.

Fatto sta che in qualche punto della storia, più o meno a partire dal boom economico in poi, le nostre tradizioni popolari, non solo quelle relative ad Halloween, hanno subito l’oblio della popolazione, che dalla vita agricola è passata in blocco a quella cittadina, in cui i preziosi rituali legati alla terra non facevano più parte del vivere quotidiano. Così, anche le affascinanti usanze vecchie di millenni sono state inesorabilmente dimenticate in virtù di beni di consumo tutt’altro che profondi.

In conclusione, le antiche origini pagane della notte di Halloween sarebbero quindi legate alla sconfitta annuale dell’oscurità e alla celebrazione della vita, un ciclo di morte e rinascita, di buio e di fuoco, di una dualità dinamica che genera e supporta la vita e la crescita. In questa notte si celebrano due mondi, quello materiale di Madre Natura e quello soprannaturale dei morti e degli spiriti in attesa di rinascere, rappresentati dai bambini che vanno in giro a chiedere una dolce offerta, per evitare di compromettere il passaggio nella stagione della luce.

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