La Realtà – Tratto da “Lo Sfidante”
5. Deimos
Molti di noi, praticamente la quasi totalità, risponderebbe dicendo che la Realtà è quello che possiamo vedere e toccare, sperimentare, in maniera indipendente dall’essere umano interagente. Una sedia è una sedia per tutti, ed esiste indipendentemente da chi la osserva.
Questo è come un essere umano concepisce generalmente la Realtà: unica, stabile, condivisibile da chiunque nello stesso modo, esterna a lui stesso, indipendente dalle sue valutazioni, non influenzabile se non attraverso un’azione che ne coinvolga la modifica sensoriale, e dunque percettiva, dell’ordine o dell’organizzazione con cui gli elementi di cui è costituita la assemblano.
Ciò che può essere sperimentato in qualsiasi momento da chiunque e nello stesso modo, attraverso i cinque sensi, è Realtà. Tutto il resto, non esiste.
Questo è esattamente il modo con il quale la prigione illusoria degli esseri umani viene costruita e sostenuta fino a diventare un carcere apparentemente invalicabile. Non entreremo qui nel merito di questa affermazione, perché un suo approfondimento andrebbe ben oltre i confini di questo documento. Parleremo invece dei meccanismi di creazione del modello di Realtà condiviso dalla stragrande maggioranza di noi, e di come lo Sfidante, con un capolavoro di strategia, ne fa uso a suo vantaggio.
Il nostro cervello, ma in generale tutto il nostro corpo, è colpito costantemente da un flusso di informazioni proveniente dall’esterno, qualsiasi cosa questo “esterno” sia. Secondo il nostro abituale e condiviso modello di Realtà, modello che abbiamo appreso e praticato per tanti anni con tanta insistenza da trasformarlo in un processo automatico, tale percezione viene filtrata ed elaborata in tempo reale dai nostri cinque sensi, in una magnifica ed armoniosa sinfonia, ed il risultato viene ricomposto nel nostro cervello e… interpretato dalla Mente di Superficie in maniera tale da costruire l’immagine della Realtà che poi utilizziamo per interagire con essa.
L’inconveniente sta nel fatto che non dovrebbe essere la Mente di Superficie, ma la Mente Profonda a dover effettuare questa interpretazione, con la Mente di Superficie in veste di aiutante. Perché uno degli scopi della Mente Profonda è proprio questo: l’interpretazione della Realtà attraverso un punto di vista fluido ed armonioso con l’Energia che ha colpito il nostro Campo di Consapevolezza.
La Mente di Superficie è un dono meraviglioso: ha lo scopo di aiutare e sostenere la Mente Profonda, per esempio rendendoci accessibili informazioni legate ad esperienze pregresse al fine di proteggerci, oppure traducendo intuizioni e pensieri provenienti da regni di superiore coscienza in termini verbali, in piani e progetti precisi, anche attraverso la scrittura, il calcolo e l’elaborazione matematica, che sono strumenti a sua disposizione e a lei congeniali. Concetti che troviamo espressi, ad esempio, anche negli insegnamenti della Qabbalah ebraica.
Che cosa accade, invece? La Mente di Superficie si frappone ed effettua un compito che non gli appartiene e che non è in grado di fare: l’interpretazione della percezione della Realtà.
Come viene assemblata, conseguentemente, la Realtà? Attraverso la Mente di Superficie, certo, ma soprattutto attraverso lo strumento usato abitualmente dalla Mente di Superficie quando non è in controllo: il dialogo interiore condizionato.
Non appena il dialogo interiore condizionato, il tutto ad una velocità impressionante, interpreta la Realtà, la trasforma secondo uno schema molto semplice.
Se ciò che sta assemblando è una ripetizione di un esperienza pregressa, cerca nel suo database una esperienza simile, e quando la trova gli assegna l’etichetta corrispondente. Una sedia. Ah, si, una sedia, come quel milione di sedie che ho già visto. Un uomo col cappello? Ah, si, un uomo cattivo e sgarbato.
Se ciò che sta assemblando non è una ripetizione di un esperienza pregressa, le strade possibili sono due: se è interpretato come una forte minaccia alla stabilità delle strutture interiori di interpretazione e costruzione del conosciuto, oppure se esula dai confini di ciò che è ritenuto possibile, viene rimosso, sospeso o annullato. Se non è interpretato come una minaccia o come un qualcosa di impossibile, viene modificato per renderlo confacente ad un modello pregresso simile.
La parte più difficile
nella strada percorsa da un Guerriero
è capire che il Mondo
è una sensazione
John Michael Abelar
Una sedia non è solo una sedia. Ogni sedia è un miracolo, una danza molecolare di luce, ma la Mente di Superficie non potrà mai scorgerlo, perché, semplicemente non è adatta a questo scopo. Una sedia diventa solo una sedia solo quando la Mente di Superficie l’ha interpretata e catalogata nell’insieme “sedie”, oggetto noto e non minaccioso, almeno finché qualcuno non prende la decisione di tirarcela…
Ma che cosa ha posto la Mente di Superficie in un ruolo che non gli appartiene? Noi, naturalmente, perché siamo sempre noi a decidere. Solo che abbiamo deciso, come dire, in maniera forzata e senza una giusta e consapevole valutazione. Abbiamo subito questa decisione dalla pressione alla quale siamo stati sottoposti fin dalla nostra nascita.
L’interpretazione della Realtà viene così effettuata dalla Mente di Superficie attraverso il suo dialogo interiore. Ed è qui che lo Sfidante entra in azione.
In genere il dialogo interiore è continuativamente attivo e focalizzato su idiozie associative che lo mantengono costantemente in funzione, come una radio: devo andare a trovare mia zia in Nebraska, ah le montagne del Nebraska, bella la neve d’inverno, comunque dovrei organizzare la prossima settimana bianca perché è ora, devo comprare gli sci nuovi, ah sì quel negozio in centro… e avanti così, di idiozia in idiozia, tutta la nostra esistenza.
Questo flusso inconcludente, fatto di molte voci che parlano l’una con l’altra e addirittura litigano tra loro, è proprio uno dei principali strumenti di controllo della nostra Consapevolezza usato dallo Sfidante.
Questo flusso inconcludente di parole interiori sono la voce dello Sfidante.
Tutta la nostra mente è una nebbia che i Toltechi
chiamano Mitote. La mente è un sogno in cui
migliaia di persone parlano allo stesso tempo
e nessuno capisce ciò che dicono gli altri.
Questa è la condizione della mente umana:
un grande Mitote, nel quale è impossibile
vedere chi siamo veramente.
In India, il Mitote è chiamato Maya,
che vuol dire illusione.
Si tratta dell’idea
che la personalità ha di sè stessa.
Tutto ciò che credete su voi stessi e sul
Mondo, tutti i concetti e i programmi che avete
nella mente, costituiscono il Mitote.
Non possiamo vedere ciò che siamo veramente.
Non riusciamo a vedere che non siamo liberi.
Don Miguel Ruiz
Cioè a dire, queste molte voci che sembrano avere vita propria e che si alternano nel dominio della nostra interpretazione della Realtà, questo coacervo di stimoli, voci, pulsioni, preferenze, avversioni, sono lo Sfidante nel suo aspetto più manifesto.
Un momento, ed una voce ci spinge verso una direzione. Cinque secondi dopo cambiamo idea. Dieci secondi dopo vediamo un nostro amico e siamo felici. Quindici secondi dopo non vediamo l’ora di andarcene.
L’interpretazione della Realtà muta senza motivo solo per seguire i capricci di un nugolo di voci nella testa, ed invece di unificarci sempre più nel nucleo interiore che ci appartiene veramente, custodendolo e facendolo crescere sempre più in potenza e autorità, continuiamo a vagare di interpretazione in interpretazione, credendo di essere felici, o tristi, o liberi, solo perché una voce nella testa ci dice alternativamente felicità, tristezza, libertà, e noi le crediamo, come burattini tirati da fili invisibili.
Divide et Impera
Strategia finalizzata al mantenimento
di una posizione privilegiata,
dividendo e frammentando
la forza di opposizione
in modo che non possa riunirsi
contro un obiettivo comune.
Ecco perché possiamo dire che lo Sfidante ha posto sotto il suo controllo la Mente di Superficie, e la usa a suo vantaggio. Ne sovraccarica il funzionamento e ne impedisce il suo quietarsi, in maniera tale da assicurarsi il controllo dell’essere umano inconsapevole che ne è vittima attraverso le mille voci di cui è fatto.
La Mente di Superficie non è certamente più potente della Mente Profonda, perché sarebbe come dire che la mano destra è più potente della sinistra. Semplicemente, usiamo la Mente di Superficie in un modo che non è appropriato, e la Mente Profonda viene conseguentemente soffocata dai meccanismi rumorosi ed incontrollati di una Mente di Superficie sovrautilizzata.
Tuttavia, è bene chiarire subito un punto. Lo Sfidante non può nulla di fronte alla Consapevolezza.
Lo Sfidante riesce nel suo intento di mettere sotto il suo controllo la Mente di Superficie di un essere umano perché esso non sa che cosa sta succedendo e quindi non può impedirlo. In pratica, lo Sfidante prende il controllo della sua Mente di Superficie tipicamente nei primi anni della sua esistenza, e con il tempo l’essere umano arriva rapidamente a credere di essere quello che la Mente di Superficie gli dice, quindi, in buona sostanza, a credere di essere lo Sfidante. Come è possibile, quindi, liberarsi di un qualcosa che non si sa di avere? Come è possibile liberarsi di un qualcosa che si crede di essere?
Molte persone sono così imprigionate
nella loro mente
che la bellezza della Natura per loro
in realtà non esiste.
Potranno dire “Che bel fiore!”, ma si tratta soltanto
di una etichetta mentale automatica.
Poiché non sono in quiete, non sono presenti,
non vedono veramente il fiore,
non ne percepiscono l’essenza, la sacralità,
così come non conoscono sé stessi,
non percepiscono la propria essenza,
la propria sacralità.
Eckhart Tolle
Uno scenario che può essere terribile smascherare, quello di aver creduto per anni di essere qualcosa che in realtà non siamo; questa presa di coscienza molto spesso coincide con l’ingresso in quella che molti ricercatori chiamano la Notte dell’Anima. Lampi di terrore scuotono il nostro campo interiore, quando le strutture sulle quali avevamo appoggiato la realtà, che credevamo così stabili, intoccabili ed imperiture, traballano minacciosamente sotto la spinta della Verità. Tuttavia, non c’è nulla, davvero nulla, da temere.
Realizzare che lo strumento con il quale generalmente interpretiamo la realtà, cioè la Mente di Superficie, non agisce sotto il nostro controllo consapevole è senza dubbio utile, ma c’è ancora dell’altro. C’è un altro strumento, correlato a questo modo di interpretare la Realtà, che lo Sfidante usa per perpetuare la sua presenza in noi; uno strumento che è fondamentale conoscere, perché è anche lo strumento che, disattivato, innesca ed accresce il tramonto dello Sfidante come forza di contrapposizione e la sua trasformazione in forza alleata.
Molte tradizioni di ricerca interiore ci sussurrano che questo è lo strumento principale con il quale lo Sfidante si alimenta della nostra Energia, come un Parassita. E se questo è il modo principale con cui si alimenta, che cosa succederà disattivandolo?
Parliamo di un automatismo molto semplice, creato dal corpo in unione con la mente che lo dirige: il circolo vizioso ed autoalimentante che si innesca tra il dialogo interiore e le emozioni.
Quando la mente resiste alla Vita,
sorgono i pensieri.
Quando qualcosa comincia a trovarsi
in conflitto con una opinione dell’ego,
si avvia il tumulto delle emozioni.
Dan Millman
Tratto da: http://losfidante.marenectaris.net
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