Le interpretazioni del fatidico numero della Bestia (666), citato nell’Apocalisse di Giovanni di Patmos, sono numerose e controverse.

Passeremo in rassegna le interpretazioni principali, cercando di fare chiarezza in un ambito simbolico e misterioso, che ha ispirato le più stravaganti teorie e le più fantasiose derive esegetiche.

Il più antico ed attendibile commentatore è Ireneo da Lione, vescovo e santo della Chiesa cattolica (II sec.), che raccoglie ed elabora le interpretazioni precedenti. In primo luogo, Ireneo difende la sequenza “666”, contro la variante testuale “616”, riportata in alcuni manoscritti. Ireneo riferisce di tre termini greci, fino ad allora ritenuti collegabili al fatidico numero: euanthas, lateinos e teitan.

Il primo rappresenterebbe la libera traduzione in greco del nome latino del procuratore della Giudea dal 64 al 66 d.C., Gessio Florio. Il secondo (traslitterazione greca di “latinus”) si riferirebbe all’Impero Romano, mentre il terzo avrebbe come oggetto non solo i Titani della mitologia greco-latina, ma anche l’antico culto del sole. In più Ireneo ricerca nella sacra Scrittura altri numeri che richiamerebbero il 666: il più celebre è costituito dai 600 anni di Noè, che dovrebbero essere sommati ai sessanta cubiti di altezza e ai sei di larghezza della statua di Nabucodonosor, imperatore assiro. In realtà Ireneo vuole dimostrare che l’apostasia del Vecchio Testamento preannuncerebbe quella dell’Anticristo del Nuovo Testamento.

Ma, dopo le sue accurate ricerche, Ireneo afferma che non ha senso accanirsi nel dare un significato esatto al numero 666, perché potrebbe equivalere a molti nomi, ma è meglio concentrarsi sul suo significato complessivo, che avrebbe in sé la ricapitolazione dell’iniquità, della malvagità, della ribellione a Dio, della pseudo-profezia, dell’inganno etc., contenendo un 6 per le unità, un 6 per le decine, un 6 per le centinaia.

Per successivi commentatori, come Ruperto di Deutz, il numero 6 rappresenterebbe un 7 mancato, che è invece il numero di Dio, che nel settimo giorno riposò e dell’Agnello, che nell’Apocalisse ha sette corni.

Altri interpreti, sulla scia di Ireneo, hanno voluto prolungare la propaganda antiromana del libro dell’Apocalisse, attribuendo, in base al metodo numerico o gematria, alcuni termini come antemos (honori contrarius), quindi inetto contrapposto a Cristo, arnoume (negator), in quanto l’Anticristo è colui che nega Cristo, ghensericos (gentium seductor), ingannatore delle genti. Ovviamente, nella maggior parte dei casi, si tratta di traduzione in lingua latina di termini greci, in quanto i commentatori precisarono che la lingua da tenere in debito conto era quella greca, perché utilizzata da Giovanni di Patmos nella stesura dell’Apocalisse.

Peraltro, è d’obbligo precisare che tutti i libri del Nuovo Testamento (vangeli, epistole) sono stati elaborati in lingua greca, ancora utilizzata a livello internazionale sotto l’impero romano. E si ricordi che l’iscrizione sulla croce di Gesù (Gesù nazareno, re dei Giudei), attestata da Giovanni (o da uno scrittore di tradizione giovannea), era in ebraico (in realtà con caratteri aramaici, lingua parlata nella Palestina dell’epoca), in latino (la lingua ufficiale dell’impero), in greco (la coinè, la lingua internazionale degli scambi e dei dotti).

Quando l’Apocalisse divenne oggetto di strumentalizzazione da parte delle varie confessioni religiose e da parte della stessa Chiesa Cattolica, in epoca di Riforma e di Controriforma (XVI sec.), si tornò ad interpretare il 666, in chiava “antimperiale”, cercando di individuare il nome di qualche imperatore romano (Diocleziano, Domiziano, Traiano, Caligola, Claudio, ed in maniera più frequente Nerone). Ciò serviva per poi passare ad individuare nel 666 l’oppositore dottrinale e politico (il papa per i Protestanti, Lutero per i Cattolici).

Nel ventesimo secolo, alcuni autori hanno proposto un’interpretazione aritmetica del 666, quale numero doppiamente triangolare, in quanto triangolare del numero 36 che, a sua volta, è triangolare del numero otto.

La somma dei numeri da 1 a 8 ammonta a 36, e la somma dei numeri da 8 a 36 ammonta a 666. Il numero triangolare avrebbe lo stesso valore del numero di base; pertanto, il 666 sarebbe da mettere in relazione con il numero 8, come in qualche modo fa Giovanni di Patmos in Apocalisse, 17,11: “e la Bestia, il cui numero è 666, che era e non è, è l’ottavo re, ed è uno dei sette” (uno dei passi più misteriosi dello stravagante testo).

Come numero doppiamente triangolare, il 666 sarebbe in antitesi con il quadrato di Cristo e con il 144.000 dei suoi discepoli, contenendo in sé tutta l’iniquità dell’Anticristo, ma anche la sua schiacciante ed inevitabile sconfitta.

Come già si è accennato, si cerca di interpretare il 666, in base al valore simbolico del numero 6, che indicherebbe un 7 incompiuto. Restando per tre volte al di sotto del 7, che rappresenta la perfezione dell’agire di Dio e dell’Agnello, il 666 indicherebbe una perfezione del tutto mancata. Per altri autori, il 666 dovrebbe essere messo in relazione al numero 12, che indica la perfezione dell’opera divina.

Il 666 sarebbe una miserabile ripetizione della metà di dodici, che insieme ai suoi multipli, indica il popolo di Dio.
In conclusione si può dire che Giovanni di Patmos spinge il lettore ad un rompicapo intellettuale e, in considerazione dell’eminente valore simbolico del libro dell’Apocalisse, attualmente bisogna ancora rinunciare ad una spiegazione univoca e risolutoria del 666 della Bestia.

Chissà che segni o eventi futuri non facciano chiarezza su una simbologia millenaria, molto più antica dello stesso libro dell’Apocalisse, ed allora forse saremo capaci di mettere in relazione i diversi tasselli dell’affascinante ed inquietante enigma.

Concordo con quanto affermato da Prugent che, richiamando la salomonica soluzione finale proposta da Ireneo, asserisce che il tentativo di interpretare il numero “666” come “numero di ricapitolazione”, anche se non convince gli esegeti più esigenti, è proprio la strada giusta da cui bisogna iniziare a cercare.

Di Luigi Angelino


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