La Sezione Aurea: rappresentazione, sui piani dimensionali, dell’Antico Sapere.
Sono anni che mi occupo di archeoastronomia, egittologia, archeologia in generale e poi ancora paleontologia, architettura e geometria sacra. Non sono un’esperta: solo una curiosa.
La Sezione Aurea è un momento immancabile in chi si accinge a studiare i temi citati. Essa è infatti ovunque in Natura e ancor più negli antichi templi. È l’Antico Sapere, dove la parola “antico”, non presuppone qualcosa di obsoleto, ma è la Conoscenza padroneggiata con dimestichezza dai nostri progenitori, già millenni di anni fa.
La Sala del Sarcofago della Grande Piramide di Giza (conosciuta col nome di Cheope, anche se è ormai certo che a quest’ultimo spetti solo il merito di averla dissotterrata dalla sabbia, riportandola alla luce dopo secoli di oblio) è interamente edificata rispettando le misure ai fini della Sezione Aurea. Tra la base della piramide e la sua altezza originale, infatti, c’è un rapporto uguale a quello che c’è tra una circonferenza ed il suo raggio.
Stesso valore proporzionale lo ritroviamo fra la circonferenza della Terra che passa per l’Equatore ed il suo raggio. È, pertanto, lecito pensare che gli Egizi conoscessero la lunghezza della circonferenza terrestre e la sua sfericità millenni prima delle scoperte offerte dalla tecnologia moderna.
La struttura della Piramide, in verità, rappresenterebbe un involucro con funzioni energetiche dove il cuore pulsante di tale macchina si centrerebbe proprio nella Sala del Sarcofago, con i condotti che proiettano la Luce da e per l’esterno puntando su in alto in cielo, esattamente nei cieli databili 10500 a.C. (secondo i calcoli effettuabili considerando il fenomeno astronomico della “Precessione degli equinozi”).
Stessa situazione nella Camera della Regina, i cui condotti puntano su Sirio, la Stella simbolo per il calcolo del tempo e delle stagioni secondo il calendario egizio, che vedeva nella Levata di Sirio, l’annuncio dell’imminente piena del Nilo, così importante per tutta l’economia e la vita sociale dell’antico Egitto.
La Sezione Aurea è il richiamo alla perfezione stessa della Natura: basti pensare, ad esempio, al rapporto costante che c’è fra l’avambraccio ed il braccio umano; fra il numero dei petali di un fiore e la sua corolla; alla stessa maniera le pareti della stanza del Sarcofago in relazione al pavimento, rispettano esattamente il valore approssimato di 1,61 universalmente riconosciuto come “Sezione Aurea”.
Sirio ricorda la Precessione degli equinozi, lo scorrere del tempo, la sua ciclicità; la Sezione Aurea, invece, la perfezione della vita in natura. Perfezione e ciclicità: due elementi ben chiari pertanto dalle antiche civiltà, a cui subentrò l’oblio dei secoli successivi.
Altro elemento degno di nota è costituito dalla “Legge dell’Ottava”, che richiama tali conoscenze, onnipresente in tutte le costruzioni sacre, edificate dai Templari, con quei giochi geometrici e cromatici (specie nei rosoni e nelle vetrate), che riempiono di emozioni il turista ed il pellegrino ancora oggi.
Il Labirinto nell’antichità era un percorso concentrico che serviva ad accompagnare colui che lo intraprendeva in una forma di cammino spirituale; ogni passo era un elevarsi superando se stessi, le proprie paure ed i propri dubbi esistenziali. Il postulante vi si accingeva sapendo che una volta iniziato, avrebbe potuto solo andare “avanti” o rinunciare, tornando “indietro”, non erano possibili altre alternative. Spiritualmente parlando questa prassi aveva un grande valore simbolico.
Tra i labirinti giunti fino a noi, famoso è quello della Cattedrale di Chartres. Ho visitato e meditato a lungo sul Labirinto di quella meravigliosa Cattedrale e sono arrivata ad una riflessione sbalorditiva nella sua semplicità. Quanto sto per rivelare lo scoprii nel 2012 ma decisi di rivelarlo al mondo nella primavera del 2014.
Il Labirinto è situato al centro della Navata principale, ha una forma conica, come a richiamare la fatica, la salita verso la spiritualità; pertanto, la sua forma doveva avere a che fare con la geometria sacra, così cara agli architetti dei più grandi templi dell’Umanità.
Il diametro del Labirinto misura 12,87 metri. Se dividiamo tale misura per 8 (dove 8 è l’Infinito, ma è anche il valore della “Legge dell’Ottava” presente in tutti i rosoni delle principali Cattedrali, come richiamo alla precessione degli equinozi; 8 è anche l’Occhio di Horus, così come il numero in tempi delle vibrazioni in musica da un Do all’altro), otteniamo 1,60875! … dunque, 1,61: la Sezione Aurea!
Il Labirinto è la Via, la possibilità di elevarsi, di trascendere le proprie paure ed i dubbi, di rinascere a nuova vita con una nuova Coscienza di Sé in rapporto al Cosmo dentro e fuori di noi.
La lunghezza della navata della Cattedrale, inoltre, è di 74 metri, mentre 37 metri misurano rispettivamente sia il Coro sia il Pozzo, che scende in profondità nella cripta, le cui acque si narra abbiano poteri taumaturgici. Queste misure richiamano il concetto della perfezione architettonica espresso nel “come in alto, così in basso”.
Viene da chiedersi se anche la piramide di Giza, nel sottosuolo, il punto più basso sia profondo come dalla base all’apice…quasi che la piramide sia doppia svettando verso il centro della Terra, così come verso il Cielo. L’Armonia delle forme, tipiche della Sezione Aurea, sarebbe dunque onnipresente, come un monito a non discostarsi dalla perfezione della Natura: un invito all’Uomo affinché rimanga in uno stato meditativo-contemplativo di fronte all’Universo, per poterne comprendere i “misteri”.
Da quanto detto, risulta chiaro come gli antichi maestri (sacerdoti, architetti, scultori, pittori, ebanisti) possedessero conoscenze astronomiche profonde e oggi impensabili per “l’epoca”; essi usavano perlopiù la “pietra” come pagina su cui imprimere le verità che volevano tramandare. Sta a noi riportare alla Luce della Coscienza quell’Antico Sapere.
Gli Antichi sapevano; nutriamoci del loro… Antico Sapere.
di Cinzia Vasone
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