I ricercatori lo hanno chiamato surrealismo quantistico. Si tratta di un fenomeno appena dimostrato da un’equipe dell’esperimento Cifar alla University of Toronto, guidata da Aephraim Steinberg, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.

Il punto di partenza è un paradosso legato a uno degli esperimenti più famosi della meccanica quantistica, quello della doppia fenditura, con cui si mostra che le particelle quantistiche, in particolare i fotoni, hanno, allo stesso tempo, natura corpuscolare e natura ondulatoria. Nel momento in cui si esegue una misurazione sui fotoni, questi collassano su una delle due nature.

L’esperimento della doppia fenditura, in particolare, prevede che si sparino dei fotoni contro un bersaglio: secondo l’interpretazione quantistica classica, i fotoni non seguono una vera e propria traiettoria nel percorso tra sorgente e bersaglio. Al contrario, la loro posizione è descritta da una distribuzione di probabilità che, ancora una volta, collassa istantaneamente in un dato punto, ogni volta che si esegue una misura sul sistema. Nel mondo della meccanica quantistica, infatti, ogni processo di misura altera inevitabilmente il sistema fisico, perché l’apparato sperimentale interagisce con il sistema stesso e ne modifica le grandezze misurabili.

Il Surrealismo Quantistico

Un’altra interpretazione, quella di Louis de Broglie e David Bohm, sostiene invece che i fotoni seguano traiettorie reali, guidate da una cosiddetta onda pilota che accompagna la particella. La natura dell’onda è ancora probabilistica, come nell’interpretazione classica, ma la particella segue una traiettoria da sorgente a bersaglio, il che esclude l’idea del collasso in una particolare posizione. L’interpretazione de Broglie-Bohm, per questi motivi, è detta realistica.

Già da diversi anni l’equipe di Steinberg lavorava alla dimostrazione dell’interpretazione realistica della meccanica quantistica. In uno studio del 2011 gli scienziati avevano mostrato di essere in grado di seguire le traiettorie dei fotoni, eseguendovi una cosiddetta misura debole, che interagisse il meno possibile, e mediandola su un numero molto alto di particelle. Il risultato del lavoro fu che, in linea con le previsioni di Bohm, i fotoni seguivano traiettorie simili a palline in volo, come previsto dalla meccanica classica.

Considerando inoltre l’entanglement, il fenomeno per cui le proprietà di due (o più) particelle quantistiche sono intrinsecamente legate in modo che ogni misura eseguita su una di esse si rifletta istantaneamente sull’altra, nel caso dell’esperimento del 2011, la misura della posizione di una particella avrebbe in qualche modo inficiato l’analoga misura della sua particella entangled. Il fenomeno è stato definito, per l’appunto, traiettoria surreale.

Eccoci arrivati finalmente al presente. Nel nuovo esperimento Steinberg e colleghi hanno dimostrato l’effettiva esistenza delle traiettorie surreali: in particolare, misurando i percorsi delle particelle tra loro entangled, queste tornavano a essere simili alle analoghe traiettorie classiche. In ogni caso, sottolinea lo scienziato, sia l’interpretazione classica che l’interpretazione de Broglie-Bohm sono coerenti rispetto alle evidenze sperimentali ed equivalenti dal punto di vista matematico. “Talvolta, però”, ha concluso, “è più conveniente visualizzare traiettorie reali, anziché collassi di funzione d’onda”.


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